giovedì 20 maggio 2010

Un'amica tutta... particolare




Anni mi aveva circondato con le gambe i miei fianchi e stringeva forte per farmi entrare tutto nel suo buco, si dimenava e gemeva incontrollata sotto di me, finché rimase per un attimo immobile senza respiro ficcandomi le unghie nelle chiappe del culo con forza, poi scoppiò in un gemito acuto che mi fece tremare, certamente stava per svegliare tutta la casa.
Un'onda di calore mi avvolse il cazzo, calore e umido che fece gemere anche me, mi teneva talmente stretto che mi mancava il respiro.
Tenevo il cazzo affondato fino alla radice, sentivo le ondate di sugo che mi avvolgevano il cazzo, ma non ero ne in grado di muovermi, ne in grado di pensare.
Forse è stata la mia salvezza, ora lo so bene, se avessi mosso ancora il culo un paio di volte sarei scoppiato anch'io in una sborrata che mi avrebbe stroncato.
Invece passato lo sconquasso che aveva avuto nella fica, Anni mi lasciò e mi adagiò sulla schiena, prese in mano il mio cazzo bagnato e, ansimando come una locomotiva, cominciò a farmi una sega dolce, senza fretta, sentivo il sangue pompare nel cazzo come una furia.
Anni se ne intendeva di cazzi!
Mi prese anche le palle in mano e con un paio di massaggi terribilmente ben fatti mi fece tornare la voglia incredibile di sborrare.
Si mise a gambe aperte su di me e guidò con una mano il mio cazzo verso la sua fica aperta e gocciolante, s'infilò e cominciò gradatamente a cavalcarmi muovendo il suo culo avanti e indietro.
Mi stava veramente cavalcando e mi stava portando in cielo, là dove non si capisce veramente più un cazzo.
Le sue tette enormi ballavano e si avvicinavano sempre di più al mio viso finché mi coprirono di carne morbida e leggermente sudata.
Il suo culo intanto col suo andare avanti e indietro non dava tregua al mio cazzo infilato e la miccia che da tempo era innescata nel mio cervello fece scoppiare la polveriera.
Non riuscii a trattenere un urlo e sborrai anima cuore e cervello nella sua fica.
Non so quanto sborra ho immesso nel ventre di Anni quella volta, deve essere stata una quantità enorme perché mi pareva di essere svenuto gridando.
Come rimbambito cercai di ritrovare un po' di ragione che avevo perso chissà dove, sentivo il cazzo ancora leggermente gonfio infilato nella fica che gocciolava sborra e sugo fino a riempirmi le palle.
Anni mi leccava il viso e mi sussurrava con voce affannata.
- Bravo … hai fatto una gran chiavata … mi hai fatto godere bel sborrone, mi hai riempito la fica … stai meglio ora?-

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